In giorni come questi, in cui non tutto va come vorresti (marito e pupo malati, il lavoro che invece di dare soddisfazione da frustazioni), ci si può rifugiare nei ricordi almeno un po'.
Quando ero piccola abitavo a Roma. Io non subisco il fascino della città eterna (anche se mi trasferirei volentieri dentro San Filippo Luigi dei francesi!) e da piccola non mi piaceva. Per me la cosa più bella del mondo era tornare a casa in Umbria, dai nonni. Li era il mio regno, il regno della mia infanzia.
Stare con i nonni significava stare con nonno, che con mia nonna, in realtà, non son andata mai d'accordo. Con mio nonno che si chiamava Odolindo (saranno stati in due in tutta Italia?), ma per me era nonno Dindo. Con mio nonno che se glielo avessi chiesto avrebbe provveduto a spiccare la luna e mettermela al collo. Con mio nonno che fumava due tipi di sigarette: un tipo puzzolente e un tipo che mi piaceva (ho passato i trenta: una volta sul fumo passivo si lasciava più correre!). Con mio nonno che mi comprava le peggio schifezze alimentari, che durante l'anno vedevo con il binocolo. Con mio nonno che mi portava sulle spalle. Con mio nonno che sapeva di saponetta, e ancora oggi quello per me è il profumo degli
Sono sicura che lui lo sa ugualmente!!!
RispondiEliminaio i miei nonni non li ho mai conosciuti, quindi non gli ho mai regalato quel sorriso e quegli abbracci che i nipoti sanno dare..
RispondiEliminamattia ha tre nonni, uno purtroppo non lo hai mai visto..
Meraviglioso nonno, anche io ne avevo uno simile.. Secondo me li fabbricavano apposta per controbilanciare la durezza delle nonne.. :-)
RispondiEliminami sa che hai ragione! devo ammettere però che a volte è il contrario!
Elimina:) sniff!
RispondiEliminail mio Ema, due anni da poco, ha perso il nonno, IL NONNO per eccellenza che lo faceva giocare e gli cantava le canzoncine in dialetto, da pochi mesi, pensavamo fosse troppo piccolo per sentire la mancanza, in realtà ha passato i primi mesi a chiedere dov'era il nonno, a piangere quando non lo trovava al suo solito posto, gli abbiamo detto che è lassù, ora in qualche modo ha metabolizzato la cosa e se lo dice da solo..."è lassù il nonno", la psicologa dell'asilo ci ha detto che chi è stato così tanto amato anche se per poco tempo avrà sempre nel cuore questo ricordo e consapevolezza, nonostante la tenera età.il tuo racconto mi ha dato fiducia sul ricordo che il mio ometto avrà del nonno.anna
RispondiEliminasicuramente, soprattutto se voi gliene parlerete! molti dei ricordi che io ho di mio nonno sono consapevole che sono di seconda mano!ma non per questi sono meno forti
EliminaNonni inesistenti i miei, e pure quelli dei miei figli purtroppo... mi sarebbe piaciuto averne uno come il tuo! :)
RispondiEliminaArgh, non sei la sola... Io la poesia della nonnitudine non so cosa sia e purtroppo nemmeno mia figlia.
Eliminache bel racconto.. io li ho persi in piena adolescenza e mi mancano sempre...
RispondiEliminaScrivere un post così dolce su tuo nonno è già di per se' una meravigliosa dimostrazione d'amore che si merita in pieno leggendo i ricordi speciali che ti ha lasciato. D'altronde, come dice sempre mia madre, "chi semina raccoglie" ;-)
RispondiEliminaSono sicura che lo sa già!
RispondiEliminaDirlo o acriverlo una vota di più, però, non fa mai male!
(San FILIPPO dei Francesi? o San LUIGI dei Francesi?)
RispondiEliminaSan Luigi! hai ragione: correggo, grazie!
EliminaI nonni lo sanno sempre :-)
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