Per me, per Marta e le bambine che forse siamo

No, non siamo stati colpiti dal cagotto infernale nè è colpa della tosse rognosa se sono sparita: il mio lavoro oramai va per emergenze! Per questo riesco a star dietro al blog un po' meno, e appena appena sto al passo con quegli degli altri!

Detto questo... 
questo semestre con le lezioni sono messa da schifo: mi hanno incastrato la mattina presto (8:30) e il pomeriggio, sia il primo che il secondo. Insomma, va a finire che insegno sempre a gente stanchissima e mezza addormentata. La cosa non sarebbe un problema (tranne la frustazione di parlare a gente a cui frega veramente poco di quello di cui stai parlando!) se non fosse che incasina gli equilibri familiari. Ce la stiamo cavando, però! Mia mamma si è dichiarata disponibile a gestire il pupo due pomeriggi a settimana e pare che la cosa vada. Lo passo a "ritirare" mangiato e stanco dei giochi di un pomeriggio, sereno e "cantante": meglio di così!
Mia mamma abita sempre li, dove son cresciuta io. A due case dalla mia, nella via chiusa tipica di provincia, c'erano le mie amichette. Una casa con 4 sorelle: io ero amica con Marta, la seconda, 9 mesi meno di me, ma giocavo pure con Chiara, la più grande, due anni di più. Le altre erano troppo piccole: però c'è cresciuto insieme mio fratello. Per me sono la mia infanzia. I ricordi di pomeriggi caldi, passati a correre, saltare con la corda, rincorrere un hullahop, andare in bici. Le ginocchia sbucciate, le gare a rincorrersi, il dondolo in giardino e l'altalena. Le lucciole e i racconti di paura la sera dopo cena in estate. Soprattutto Marta l'ho sempre considerata come una sorella, quella che io, figlia unica per quasi 9 anni, ho sempre desiderato. Poi siamo cresciute, siamo diventate grandi, abbiamo preso le nostre strade. Nel tempo, purtroppo, la complicità mantenuta anche per tutta l'adolescenza si è un po' persa. Capita. Purtroppo è successo anche a noi! L'affetto però non può certo cambiare, anzi. Si cristallizza insieme ai ricordi e si rafforza. 

Questa premessa è doverosa, perchè mio figlio, oggi, nei lunghi pomeriggi dalla nonna, gioca con Giacomo, il figlio di Chiara, pure lui a casa della nonna mentre mamma lavora. Ammetto che se fosse il figlio di Marta forse reggerei la botta anche peggio, ma già così basta a scombussolarmi un po'. Mi sembra ieri che ero io a giocare sullo stradone di casa, con nonno accanto. Li vedo giocare (e tra l'altro Matteo è il casinista della situazione come lo ero io da piccola!) e mi gira la testa. Si, allora è vero: sono diventata grande. Qualcuno però mi poteva pure avvertire!

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About ...ma la notte no!

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10 commenti:

  1. Quado incominci a ridare l'amore che hai ricevuto...si diventa grandi....ed è bellissimo!!!!

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  2. Che meraviglia questi ricordi di giochi in strada.. io ho un passato da cittadina e i miei giochi erano rigorosamente in casa.. o al più all'oratorio, scuola a tempo pieno permettendo. Passavo l'anno ad aspettare l'estate per andare al mare e giocare in libertà.
    Oggi, nel mio presente di provincia, spero di dare a Guu la possibilità di giocare in strada :-)

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    1. La provincia avrà i suoi limiti ma per me ha un profumo buonissimo.. non so se mi spiego.. bisogna viverci!

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  3. Ciao, complimenti per il blog!!!

    Anche a me ha fatto unoo strano effetto un paio di anni fa quando sul terrazzo di casa dei miei ho visto giocare la mia primogenita con la primogenita di una delle mie piu' care amiche!!!!

    Si siamo diventate grandi!!!!

    Un abbraccio

    Anna

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  4. la mia marta gioca con le figlie delle mie amiche d'infanzia...e noi...ci divertiamo a pensare come la storia si ripeta. E immaginiamo loro tra qualche anno uscire insieme, dormire l'una a casa dell'altra...no no, non sono diventata grande, no...cioè...ehmmm....nooooooooo! :-)

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  5. Pensa che invece delle mie amiche sono una delle poche con figli e l'unica con due! Non so se sono io in anticipo o loro in ritardo, in ogni caso, sempre vecchia mi sento! :P

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  6. Che meraviglia!
    Io questa sensazione le vivo con i miei cugini. Mi sembra ieri che ci trovavamo per il Natale e noi eravamo i "piccoli" e avevamo un tavolo tutto per noi (eravamo, e siamo, in 13). E adesso siamo quasi tutti genitori, a casa della zia tutti quanti non ci stiamo più, e i piccoli sono i nostri figli, dai 7 mesi ai cinque anni.

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  7. Io ho avuto quella sensazione la prima volta che mi son trovata davanti alla palestra della scuola, ad aspettare che mio figlio grande uscisse dagli allenamenti. Come qualcuno aveva sempre aspettato me. E' stata una roba proprio strana...

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  8. Che bello! bella anche la tua infanzia piena di giochi e amichetti!
    io non ho avuto compagni di giochi da piccola, e adesso quando vedo loro che giocano con i cugini o i compagni di asilo mi commuovo!

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    1. considero la mia infanzia il periodo più bello della mia vita! se mi concentro riesco anche a risentirne il sapore... spero di poter dare lo stesso al pupo!

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