Sono appena rientrata da una spedizione punitiva andata a vuoto alle poste: ho ancora le orecchie freddo e la punta del naso congelata e rossa, le gote che mi briuciano sotto gli occhi, l'unica parte scoperta dalla sciarpa. Ho ancora il caldo di una camminata in centro, su per le salite di Perugia, che si scontra con il freddo delle estremità.

Ho comprato la pizza nella pizzeria dove a volte la comprevamo, se tocca a lui venire dallle mie parti, che ha cambiato gestione, son passata davanti ad un'altra pizzeria che per un periodo frequentevamo ed era chiusa, davanti alla pasticceria che mi faceva venir fame ogni volta che ci passavo (pure quella chiusa). Il negozio di dischi resiste, qualcosa è rimasto, altro è cambiato.
Le scalette di Sant' Ercolano rimangono una certezza: comode per gli asini, scomodissime per gli umani. Sempre pronte a farti scivolare, soprattutto con questo freddo. E pure loro partecipano a questa botta di ricordi e malinconia, di un tempo che è passato, è volato, si è trasformato e mi ha trasformato in quella che sono e forse anche in quella che sarò. E che non tornerà più. Per fortuna: se non rimarrebbe nessun sapore in bocca ora.
Le scalette di sant'Ercolano...che ridere ogni volta che le faccio. C'è un premio per te se passi.
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