La testa nel piatto

Già c'ho scritto un post sopra, I know! Ma se genitori crescono mi lancia la sfida... io ci torno sopra! 
Educare a mangiare... ma possiamo educare qualcuno senza sapere nulla di ciò? Tra l'altro se per informare basta sapere (e già qui...) per educare bisogna saper fare e dar anche un esempio: ma ne siamo in grado?
Sarà la mia formazione di agronomo, sarà il mio rapporto conflittuale con il cibo mai completamente risolto, sarà l'immagine dello specchio non sempre coerente con quello che vorrei, sarà lo spirito da rompi palle che urge in me (e che mi porta a leggere tutte le etichette e che ha scatenato una battaglia personale allo zucchero aggiunto!), sarà che al posto di un bimbo a volte penso di avere un'idrovora a tavola... insomma che cosa metto nel piatto per me conta. E non credo che smetterà di contare superati i 2, 3 o 10 anni. Se oggi sto attenta alle schifezze non credo proprio che domani sarà diverso.
Educare all'alimentazione... ma come? Come sempre mica c'ho la risposta in tasca, ma provo a dirvi cosa faccio io e ditemi poi cosa fate voi. Mi piglio tempo per farela spesa e mi porto dietro il pargolo. E non è facile, perchè come disse una mia conoscente "ormai si fa solo la spesa raptatoria!" e il tempo non basta mai. Faccio cucinare Matteo, spesso e volentieri. E questo è pure più difficile perchè poi bisogna pulire per il doppio del tempo, visto il casino che fa. Però lui si diverte e io pure. Sapere già da piccoli che le cose non arrivano sul piatto per magia ma perchè qualcuno ce le ha messe, e prima le ha preparate con tanto amore... beh servirà a qualcosa speriamo! In più mi auguro tenga lontano la "schifiltosia"! Facio allungare le mani nel piatto (pulite, eh!) a Matteo sia quando si cucina che quando stiamo a tavola noi. A volte mi guarda facendo "Ummmh" e usando il ditino per dire "Buono!" altre volte fa "Bleah!" sputacchiando tutto fuori. Ma si sa, se non si prova non si conosce. Cerco di dargli cose buone anche se sane, e pure qui a volte la fatica è tanta, ma ne vale la pena. Cerchiamo (il marito mi da man forte!) di dare noi il buon esempio... il che significa non mangiare cose che per lui sono no.... almeno non di fronte! ;-))

Ora io vi ho detto le mie... voi come vi regolate?

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About ...ma la notte no!

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7 commenti:

  1. assolutamente d'accordo: dare il buon esempio! (ho ricevuto un premio e l'ho girato anche a te! http://ahsonounamamma.blogspot.it/2012/10/ho-ricevuto-altri-due-premi-da-quando.html)

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  2. Assolutamente d'accordo anch'io!
    Anche se spezzerei una lancia a favore delle schifezze. Secondo me non vanno negate e punto, piuttosto vanno concesse facendo capire ai bambini che, magari, è un'occasione speciale e quindi, sì, stavolta si possono mangiare.
    Un po' di coca cola allungata con l'acqua quella volta che mangiamo la pizza... o quell'hamburger quella volta cha andiamo al centro commerciale, o le patatine se c'è una festa.
    Basta non esagerare!

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    1. Sono d'accordo in teoria ma mi viene difficile farlo in pratica... ho paura che - essendo piccolo- non capisca tanto il senso dell'eccezione! Magari crescendo...

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  3. (lascia stare... mi sono appena mangiata un kinder brioss approfittando che loro sono all'asilo e non mi vedono...)
    A loro concedo le schifezze solo se ci sono feste o occasioni particolari. altrimenti mangiamo sanissimo, e loro mangiano la roba nostra da sempre. Mangiano tutto.
    Anche perchè nel mio caso, se cucino separato per noi grandi, loro si mangiano la loro... e pure la nostra!!!

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  4. Leggere questo post, per una madre di due bocche-mangiaschifezze è una ventata di ottimismo: allora si può! ;D
    No, dai, in verità i miei figli sono tendenti alle schifezze, ma poi mangiano di tutto e cerco di applicare alla spesa ciò che vorrei applicare alla vita e, quindi, ciò che è semplice è acquistato, ciò che è "contraffatto" tento di evitarlo.
    L'idea poi di farli cucinare è utilissima, perchè fin da piccoli possono aiutare in cose minime e man mano che crescono hanno soddisfazione e più voglia di mangiare, apprezzano sicuramente di più il cibo e ciò che rappresenta.

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  5. Hai ragione la loro educazione alimentare, passa necessariamente attraverso il nostro piatto e attraverso la nostra educazione alimentare. Per insegnare a mangiar bene dobbiamo essere noi i primi a farlo. Sono stata sempre piuttosto attenta alla qualità di ciò che mangio ma da quando c'è Cestino ancora di più e devo dire che la "dieta" ne ha positivamente risentito. Grazie al suo arrivo, siamo diventati anche noi più attenti ed esigenti. Cerco di fare la spesa in piccoli negozi: la frutta e la verdura dal fruttivendolo, la carne dal macellaio, il pane dal panettiere...ci vuole il doppio del tempo (tanto che a volte l'ipermercato è l'unica soluzione), ma lo faccio goni volta che è possibile e cmq ogni fine settimana. La qualità del cibo, il suo sapore e ahimè il suo prezzo, sono molto differenti

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  6. più o meno come te...anche se ormai la grande ha 3 anni per cui non basta più non averle in casa, perchè c'è la scuola (che le ha fatto conoscere la nutella), i nonni e le zie...e non si può combattere contro i mulini a vento tutta la vita ;-)

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